Testaroli della Lunigiana AL PESTO

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100% ingredienti italiani

Il Testarolo

Secondo alcune fonti la loro origine risale all’antica Roma, tanto che vengono considerati il tipo di pastasciutta più antico. La loro storia è legata alla zona della Lunigiana. Sono fatti con acqua, farina e sale (anticamente farro) e si preparano mescolando gli ingredienti in una pastella fluida cotta a legna per alcuni minuti a formare una specie di crespella di alcuni millimetri di spessore. La cottura avviene in particolari contenitori chiamati testi, anch’essi di origine antica,, un tempo in terracotta, oggi in ghisa. Il testo, una grossa teglia costituita da due parti, il “soprano”, con la semplice funzione del coperchio, e la parte inferiore, nella quale si mettevano a cuocere i cibi più diversi, detta “sottano”. L’uso del testo era funzionale alla necessità di un’economia agricola e pastorale che, in lunghi periodi dell’anno, prevedeva il trasferimento degli operatori in aree lontane dall’abitazione abituale, per cui pastori e contadini nella necessità di cuocere il cibo trasportavano il testo nelle nuove residenze provvisorie e qui, proprio grazie al prezioso strumento, erano in grado di preparare i cibi più disparati. Il testarolo è un presidio slow food.

 

Modo d’uso

  1. Aprire la busta dei testaroli e versare il contenuto in una padella.
  2. Aprire il vasetto di pesto e versarlo sui testaroli.
  3. Riempire un bicchiere d’acqua (20cc).
  4. Versare il bicchiere dentro la padella sopra il prodotto.
  5. Cuocere a fuoco medio per 3 minuti.
  6. Dal terzo minuto iniziare pian piano a girarli mescolando il tutto per un altro minuto.

Si consiglia di servire il prodotto con una spolverata di parmigiano.


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